Quello che noi, ossia chi combatte realmente la mafia, temevamo è puntualmente avvenuto: la fine del cosiddetto doppio binario.
Per i non addetti ai lavori il doppio binario e quell’insieme di norme antimafia speciali nate con il sangue delle vittime. In parole povere la mafia vien trattata peggio dei criminali comuni. L’ergastolo per un mafioso era vero, ossia senza fine pena. Il 41bis era vero, ossia senza che mandassero ordini all’esterno… Ecc. Ecc.
Oggi in nome di una sorta di buonismo pro mafia volontario, indotto oppure involontario, consapevole od inconsapevole, ma il risultato non cambia abbiamo de facto eliminato il doppio binario.
Eppure oggi la mafia è forte. Tremendamente forte. L’allarme lanciato nella conferenza internazionale dall’EUROPOL sull’attenzione da porre prima dello stanziamento dei recovery fund potrebbe essere un fulgido esempio di antimafia del giorno prima, ma temo rimarrà un grido nel vuoto. La sensazione è che in modo silente si sia scelto di riconvivere con la mafia.
Oggi in Italia si stan perdendo pezzi per strada della normativa che a livello internazionale ci invidiano ma che a livello locale viene smantellato.
Le norme sulle interdittive e white list, vengono messe in discussione. Le norme sullo scioglimento dei comuni anche. Siamo arrivati al punto che nonostante il Consiglio di Stato abbia deciso che determinati comuni vadano sciolti, ciò non basta e si mira ad abolire la normativa.
Per chi combatte la mafia è l’ora più buia.
O i cittadini per bene batteranno un colpo oppure lo Stato avrà perso.
(Salvatore Calleri)