Haiku

“Si deve fissare l’attimo in cui l’oggetto si illumina della propria luce”.

Con questa frase il poeta giapponese Matsuo Bashō identifica i versi della poesia Haiku.

Poche parole asciutte, a volte spigolose, sovente piene di pathos e armonia, ed ecco che nasce una forma poetica particolarissima e bellissima, l’haiku. Composta da 3 versi di 5, 7 e 5 sillabe, con rigide regole di metrica e di tecnica, impone l’essenziale. Quasi tutti gli haiku sono costruiti intorno ad un kigo, cioè un elemento naturale che rimanda ad una delle quattro stagioni. In un’epoca difficile ma nella quale facilmente si sprecano parole più di quelle che realmente servono, ritrovare la misura offre l’occasione di scoprire la bellezza. Il concetto estetico espresso in pochi termini che narrano l’incanto di un piccolo ma significativo evento e riuscire ad apprezzare la quiete che nasce dalla sua semplicità e dalla sua modestia inducono al silenzio e alla riflessione.

Non è esercizio da poco ma riuscire ad ascoltare il “silenzioso” trascorrere e ripetersi delle quattro stagioni dove la natura è grande nelle grandi cose e grandissima nelle più piccole, è appagante per la mente e per il cuore.

ao

Silenzio.

Graffia la pietra

Un canto di cicale

(Bashō)

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