Dal lontano 1996 in cui fu insignita del Premio Nobel per la Letteratura – Wislawa Szymborska è diventata un autore di culto anche in Italia. Grazie a un’impavida sicurezza di tocco, la poetessa polacca sa infatti affrontare temi proibiti perché troppo battuti – l’amore, la morte e la vita in genere, anche e soprattutto nelle sue manifestazioni più irrilevanti – e trasformarli in versi.
Questa poesia illustra una delle costanti della vita: la percezione che ci sia qualcosa di importante che sta lì, appena oltre la nostra portata, e noi sappiamo che c’è ma non riusciamo a raggiungerlo. Nonostante i nostri sforzi non lo vediamo, la sua bellezza ci sfugge, persi e confusi nel nostro quotidiano.
Un appunto
La vita – è il solo modo
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
Un’occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;
e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l’erba;
e seguire con gli occhi una scintilla di vento;
e persistere nel non sapere
qualcosa d’importante.
(Wislawa Szymborska)