Il falco che non sapeva volare

Un re ricevette in regalo due piccoli falchi e li consegnò al maestro falconiere per la loro formazione.

Dopo pochi mesi, l’istruttore disse al re che uno dei falchi era stato educato perfettamente, ma non sapeva cosa stesse accadendo all’altro. Da quando era arrivato al palazzo non si era mosso dal ramo su cui stava, al punto che gli doveva portare il cibo lui stesso.

Il re convocò guaritori e maghi ma nessuno riuscì a fare volare il piccolo falco. Quindi emise un editto tra i suoi sudditi per trovare qualcuno che potesse fare il miracolo.

 La mattina seguente, vide sorpreso, il piccolo falco che volava nei suoi giardini.

– Portatemi il responsabile di questo miracolo – disse.
Davanti al re comparve un contadino, e il re gli chiese:

– Come sei riuscito a far volare il falco? Cosa sei, un mago?

– Non è stato difficile mio signore- spiegò l’uomo – Ho semplicemente tagliato il ramo su cui stava. Solo allora l’uccello si è reso conto che aveva le ali e ha spiccato il volo.

Morale: Finché resteremo appollaiati sulle nostre sicurezze e certezze, non spiccheremo mai il volo.

Leggendo questa storia ZEN mi sono venute alla mente le parole dell’architetto Giovanni Michelucci. L’ho lette attentamente e mi ritrovo molto in questi suoi pensieri. Leggetele anche voi e, se volete, scrivetemi un vostro commento sul Blog.

Buona Domenica a tutti.

a.o.

“…se noi vogliamo trovare una vita più interessante, deve avvenire una rottura in noi, una rottura che porti ad una liberazione. 

Ci siamo abituati a vivere in un certo modo e siamo costretti a vivere in un certo modo. 

Io mi alzo la mattina e conosco tutto quello che devo fare. 

Non dovrei saperlo, la giornata dovrebbe avere la sorpresa. 

Dovrebbe riservare qualche sorpresa, che è un rapporto nuovo con ciò che io stabilisco con qualcosa, o con qualcuno, una persona, un oggetto, un albero. Questo deve essere una scoperta. 

La rottura è appunto, questa nostra disposizione ad accettare l’imprevisto. Cercare di intendere lo sconosciuto, osservarlo, interpretarlo.
E’ inutile andare lontano e ritornare. 

L’importante è essere andati lontano, ed avere trovato la persona, l’albero, l’oggetto, quella cosa che poi, può inserirsi davvero nella nostra vita come un fatto nuovo, ed emotivo.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *