L’Avvento non è solo tempo di attesa ma anche tempo di ricostruire e rinascere.
In questo mattino freddo di metà dicembre sono di fronte a Te Gesù, o meglio, sono di fronte alla mangiatoia vuota. Non sei ancora nato. Se guardo attentamente però, in questa chiesa di periferia, lontana dal traffico del centro cittadino e contornata da campi bagnati di pioggia, molto riesco a vedere nel posto che Ti hanno riservato. Vedo tanti licenziamenti ingiusti e le famiglie alle quali è mancato il sostegno del lavoro, i loro sogni infranti, le sofferenze, i dolori, le loro preoccupazioni. Vedo i senzatetto di questa nostra società egoista, ai margini delle piazze avvolti nei loro luridi cartoni, li vedo rovistare nei bidoni della spazzatura e stendere una mano ai passanti distratti che si voltano di lato. Vedo ogni parte del mondo dove c’è guerra, dove si uccide, dove la violenza impera. Vedo tanti bambini di strada, le loro favelas, le loro bidonville, il freddo che li avvolge la notte o il sole torrido del giorno che arroventa i tetti di lamiera delle catapecchie dove vivono. Vedo fanciulli e fanciulle che vendono il proprio corpo per pochi spiccioli a uomini e donne senza scrupoli. Vedo l’amarezza di coloro che hanno subito ingiustizie rassegnati e privati di ogni certezza. Vedo chi cerca quel di più che non trova e allora si perde nelle cose futili della vita, nel gioco, nel sesso, nell’alcool, vedo chi ha perso dignità, ragione, senso del proprio esistere. Vedo lutti, fame, illegalità, dispiaceri.
Sento freddo di fronte a questa mangiatoia vuota e penso che forse quest’anno non dovresti nascere Gesù perché noi non ti meritiamo. Noi non meritiamo il tuo amore, il tuo bene, la tua presenza. Lasciala vuota, intanto non ce ne accorgiamo troppo presi, come siamo, da stupidi interessi, da falsi idoli, da vane illusioni, dal niente. Pensiamo molto a cose che, in fondo, non hanno nessuna importanza, così il consumismo scellerato mangia i nostri valori e ci impedisce di guardarci dentro. Pensiamo poco a ciò che realmente conta e questo ci rende infelici ed incapaci di riconoscere i beni che ci doni ogni giorno. Caro Gesù, son proprio convinto che quest’anno dovresti mancare il Tuo consueto appuntamento e lasciarci a bocca asciutta. Ti prego, questa volta non nascere, tanto vedi che è sempre la stessa storia, tutte le volte che ci riprovi noi non ti accogliamo e ricadiamo sempre intrisi delle nostre miserie.
Sono sicuro però che non mi darai retta e che, come il sole che nasce ogni giorno, anche Tu tornerai a scaldare nuovamente i nostri cuori, sempre più stanchi, sempre più soli, sempre più tormentati. So che nascerai di nuovo per donarci un sorriso, una carezza, uno sguardo d’amore, la Fede che manca, la forza di ricostruire, la voglia di iniziare. Saranno le fiammelle che rischiareranno il sentiero nel buio della notte. A noi basterà un attimo, un attimo solo, guardarti nella mangiatoia quando fuori piove o soffia il vento o cade la neve. Forse in quell’attimo, per un momento riusciremo a chiudere gli occhi alle luci e ai colori delle feste, a recitare sottovoce una preghiera. Tu verrai a noi, a noi che adoreremo in silenzio il tuo corpicino nudo, e ti penseremo sulla croce indifeso al supplizio della passione, la testa graffiata e ferita dalle spine, le mani e i piedi trafitti dai chiodi. Tu verrai a noi poveri peccatori che ci commuoveremo di nuovo e nuovamente tenteremo di percorrere la strada difficile e impervia dell’amore. Rischiarerai questo sentiero e noi arrancando tra roveti e forteti, scivolando su infinite pietraie, cadendo e rialzandoci riusciremo a vedere la cima illuminata dal fulgore del sole. Con il tuo aiuto tenteremo di ricostruire, di dare nuovamente fiato alle nostre sensibilità. Proveremo anche quest’anno a farti sorridere.
Non darmi retta Gesù e anche quest’anno vieni, vieni perché siamo in tanti che ti aspettiamo e come sempre abbiamo un gran bisogno di Te. Tutti. Sempre. Ogni giorno della nostra vita e non solo oggi abbiamo un gran bisogno di cambiare. Migliorare. Ricostruire. Rinascere.
a.o.