La reazione ad un insulto o ad una aggressione cambia anche in base al nostro stato emotivo. La condizione che si viene a creare può protrarsi per poche ore ma anche per molto tempo, coinvolgendo chi ci sta vicino che nulla ha a che fare con quello che è successo. Ogni offesa o attacco ricevuto, quindi, ci cambia e cambia il nostro rapporto con gli altri, a seconda di come lo accogliamo. Questo breve racconto zen, vecchio migliaia di anni, è un invito alla riflessione…
a.o.
«Buddha stava insegnando ad un gruppo di discepoli, quando un uomo gli si avvicinò e lo insultò, con l’intenzione di aggredirlo. Di fronte a tutti, Buddha reagì con assoluta tranquillità, rimanendo fermo ed in silenzio.
Quando l’uomo se ne andò, uno dei discepoli, indignato da questo comportamento, chiese a Buddha perché avesse permesso a quello straniero di maltrattarlo in quel modo.
Buddha rispose serenamente: «Se io ti regalo un cavallo e tu non lo accetti, di chi è il cavallo? ». L’alunno, dopo aver tentennato per un istante, disse: «Se io non lo accettassi, il cavallo continuerebbe ad essere vostro, maestro».
Buddha annuì e gli spiegò che, nonostante alcune persone decidano di perdere il loro tempo insultando, noi possiamo scegliere di accettare tali parole o meno, proprio come faremmo con un regalo qualsiasi. «Se lo prendi, lo accetti, altrimenti colui che insulta rimane con l’insulto tra le mani».
Non possiamo dare la colpa a chi ci insulta, perché è nostra la decisione di accettare le sue parole invece di lasciarle sulle stesse labbra da cui sono uscite.»