Questa bella poesia è un interrogarsi continuo su dove finiscono i nostri sogni. Sogni che spesso coincidono con la solitudine e i desideri. Un cammino continuo verso un mondo soltanto nostro, inaccessibile agli altri. Una poesia che evidenzia la propria unicità fatta anche di necessaria apparenza e di piccoli e grandi segreti da confidare a chi ci sta più vicino. Non sempre però l’altro è disposto a mettersi in ascolto.
a.o.
Ogni mattina
Ogni mattina
Cancelliamo i sogni
Con cautela costruiamo i discorsi
Le nostre vesti sono un nido di ferro
Ogni mattina
Salutiamo gli amici di ieri
Le notti si dilatano come fisarmoniche
Suoni, rimpianti, baci perduti.
(Insignificanti
Enumerazioni
Nulla, solo parole per gli altri
Ma dove finisce la solitudine?)
Manolis Anagnostakis (Salonicco, 10 marzo 1925 – Atene, 25 giugno 2005)
Manolis Anagnostakis era nato a Salonicco nel 1925. Dopo avere studiato medicina, si specializzò in radiologia a Vienna. Dopo la guerra civile, fu incarcerato dal 1948 al 1951 a causa della sua militanza comunista. Nel 1949 fu condannato a morte dal tribunale militare per il ruolo politico svolto nel movimento studentesco dell’Università di Salonicco, ma la pena fu poi sospesa.
Ha collaborato con numerose riviste culturali ed è considerato uno dei più eminenti tra i poeti emergenti in Grecia dopo la II guerra mondiale.
E’ stato scrittore di prosa e saggista ed ha vinto numerosi premi. Le sue poesie sono tradotte in varie lingue europee.
Il poeta muore ad Atene il 23 giugno 2005.
purtroppo spesso ci rimangono solo i sogni!