“Bambina mia” è la bellissima poesia che Mariangela Gualtieri, interessante voce della letteratura poetica contemporanea, dedica ai bambini. È la preghiera di una madre, di tutte le madri, che sussurrando al proprio bambino parole delicate, invitano a non avere paura del mondo e a non credere all’umano che tinge tutto di buio pesto. Un’esortazione e un messaggio di speranza che si trasforma in una richiesta di lotta per far sì che il mondo nel quale viviamo diventi migliore.
Bambina mia,
Per te avrei dato tutti i giardini
del mio regno, se fossi stata regina,
fino all’ultima rosa, fino all’ultima piuma.
Tutto il regno per te.
E invece ti lascio baracche e spine,
polveri pesanti su tutto lo scenario
battiti molto forti
palpebre cucite tutto intorno.
Ira nelle periferie della specie.
E al centro,
ira.
Ma tu non credere a chi dipinge l’umano
come una bestia zoppa e questo mondo
come una palla alla fine.
Non credere a chi tinge tutto di buio pesto e
di sangue. Lo fa perché è facile farlo.
Noi siamo solo confusi, credi.
Ma sentiamo. Sentiamo ancora.
Sentiamo ancora. Siamo ancora capaci
di amare qualcosa.
Ancora proviamo pietà.
Tocca a te, ora,
a te tocca la lavatura di queste croste
delle cortecce vive.
C’è splendore
in ogni cosa. Io l’ho visto.
Io ora lo vedo di più.
C’è splendore. Non avere paura.
Ciao faccia bella,
gioia più grande.
L’amore è il tuo destino.
Sempre. Nient’altro.
Nient’altro. Nient’altro.
(Mariangela Gualtieri)