Stamattina mi son svegliato ma non ho dormito bene. È da ieri sera che davanti agli occhi ho una scena che si ripete di continuo, più che una scena è il grido disperato di una madre che mi martella dentro: «I lost my baby. Ho perso il mio bambino». Veniva dalla Guinea il piccolo Joseph di sei mesi. È stato ripescato dai soccorritori di Open Arms insieme ai medici di Emergency nelle acque del Mediterraneo ma è morto dopo alcune ore nella tragica attesa che arrivasse la guardia costiera e lo trasferisse in ospedale.
Quando muore qualcuno muore un pezzo di universo, quando muore un bambino moriamo un po’ tutti. La nostra anima rimane colpita e offesa, diventa coscienza delusa. È un dolore insopportabile che offusca la mente e lascia graffi sul cuore.
Vorrei averti potuto abbracciare piccolo Joseph, stringere le tue manine, baciarti con tutta la tenerezza e la dolcezza di un nonno lontano ma vicino col cuore. Vorrei aver potuto accarezzare il volto della tua mamma e condividerne il dolore.
Scrivere di queste cose è difficile ma serve a riflettere, a rivedere le nostre convinzioni, serve un’inversione di rotta, far nascere nel profondo del nostro animo il desiderio di compatire, di patire con gli altri, per gli altri e riuscire ad uccidere la nostra fredda indifferenza.
a.o.