“Ricordarlo significa combattere contro la mafia.
La mafia oggi in periodo covid è sempre più forte purtroppo.
La mafia oggi agisce con il computer, la cravatta e la lupara.
Sembra che dal punto di vista pratico si sia tornati indietro di 30 anni.
Abbiamo molti boss mafiosi fuori.
Si sta mettendo in discussione il 41bis e la cosiddetta normativa del doppio binario contro la mafia.
Chi combatte contro la corruzione e la criminalità è visto con fastidio da buona parte della classe dirigente.
Il tutto mentre il prestigio della magistratura è ai minimi termini e si assiste alla delegittimazione di chi tra loro combatte la mafia.
Ricordare Caponnetto, quindi, significa ribellarsi a tutto ciò e resistere a tutto ciò in modo puntuale, continuo senza fare sconti ma al contempo in modo istituzionale come nel suo stile. In modo martellante. Lo dobbiamo a lui.
Per questo il 5 settembre ci ritroveremo al giardino Caponnetto a Firenze, al Lungarno del Tempio dove alle 17, nel rispetto del distanziamento e dotati di mascherine, lo ricorderemo con i nostri amici”.
Salvatore Calleri (presidente Fondazione Antonino Caponnetto)