Ultimamente a Firenze, dove sono nato, lo chiamano “Francesina”, un nome molto bello e ricercato per indicare un piatto decisamente robusto ma da leccarsi i baffi.
A me piace usare il nome che veniva dato in casa mia: “Lesso rifatto con patate e cipolle”, una variante (perché ci sono anche le patate) ghiotta e semplicissima da preparare, della ricetta.
Quando si fa il bollito avanza sempre qualcosa che dispiace buttare via, allora si mette in frigo. Purtroppo il giorno dopo si ritorna sulla propria decisione e si getta tutto.
Non lo fate!
Mettete invece a scaldare in un tegame sette/otto cucchiai d’olio, fate rosolare due grosse cipolle rosse tagliate ad anelli fini e quando iniziano a disfarsi aggiungete il lesso avanzato fatto a pezzetti e fettine di media grandezza. Insaporite ben bene due o tre minuti in questo intingolo la carne poi aggiungete polpa di pomodoro diluita in mezzo bicchiere di acqua tiepida (basatevi su quanto, più o meno, vi piace dare colore alla ricetta e soprattutto su quanto amate il pomodoro).
Aggiungete sale e pepe quanto basta. Fate cuocere a fuoco basso una decina di minuti, quindi mettete nel tegame tre o quattro patate a pasta gialla, già lessate e tagliate a piccoli pezzetti. Continuate la cottura per altri cinque minuti e il piatto è pronto per essere servito.
Per quanto riguarda il nome “francesina” l’ipotesi che fa Paolo Petroni (il mio maestro per la cucina Toscana) ipotizza che essendo il piatto plebeo occorreva ingentilirlo con un nome grazioso e leggero. Nell’Ottocento, quasi tutti i piatti in
voga erano detti “alla francese”, la presenza delle cipolle, richiamava forse la famosa zuppa parigina.